Italia (venerdì, 4 aprile 2025) — Roma e Messina si sono fermate per Ilaria Sula e Sara Campanella. Due nomi che, in queste ore, sono diventati simbolo di una rabbia collettiva contro la violenza sulle donne, esplosa nelle piazze universitarie e cittadine dopo gli ennesimi femminicidi. Circa duemila persone si sono radunate davanti alla Sapienza, a Roma, per un presidio che è diventato corteo, attraversando i viali dell’università fino a San Lorenzo.
di Benedetta Rubini
Alla fiaccolata organizzata a Messina hanno partecipato centinaia di persone, tra cui la madre di Sara, che ha ringraziato i presenti: «Avete dato voce a mia figlia». A Roma la manifestazione è stata organizzata in poche ore da collettivi studenteschi e movimenti transfemministi. Gli slogan, gli striscioni, le chiavi agitate per “fare rumore”, tutto ha raccontato la volontà di rompere il silenzio. Davanti al rettorato, le studentesse hanno simbolicamente affisso uno striscione: “Ora mettiamo noi la nostra targa”, in risposta al momento di raccoglimento ufficiale convocato dall’università.
A Messina, lo striscione con il volto di Sara e la scritta “Mi amo troppo per stare con chiunque” ha aperto il corteo. «Il femminicidio non è un caso isolato, ma il frutto di un sistema malato», hanno ribadito le manifestanti. Due città, un’unica voce: quella di chi non vuole più restare in silenzio.
Last modified: Aprile 4, 2025
