LIVORNO (mercoledì 3 aprile 2024) – A poco più di un mese dall’entrata in vigore del decreto che limita l’uso del palamito, la comunità della pesca ricreativa non accenna a placare le proteste. Le nuove disposizioni, che limitano il numero di ami per palangaro e riducono gli strumenti consentiti a bordo delle imbarcazioni, sono state contestate da varie parti, tra cui il Consorzio Nautico di Livorno, la FIPSAS e l’ARCI pesca provinciali.
di Francesco Catania
Queste organizzazioni esprimono preoccupazione per l’impatto economico e sociale delle restrizioni e dubitano che esse siano efficaci nel contrastare l’illegalità e l’abusivismo nella pesca. Al contrario, propongono un aumento dei controlli e sanzioni più severe come soluzione più efficace.
Inoltre, accusano il ministro Lollobrigida di non aver coinvolto adeguatamente le parti interessate nella definizione del decreto e chiedono un confronto più ampio con il mondo scientifico per proporre soluzioni più serie ed efficaci.
Le proposte avanzate includono un aumento del numero di ami consentiti per pescatore e per imbarcazione, l’introduzione di misure per evitare la cattura di specie protette e una maggiore attenzione alla taglia minima del pescato.
Il Consorzio Nautico di Livorno, la FIPSAS e l’ARCI pesca provinciali sperano che il Ministro Lollobrigida sia sensibile alle istanze dei pescatori ricreativi e apra un dialogo costruttivo per trovare soluzioni condivise.
Last modified: Aprile 3, 2024