Esteri (lunedì, 26 agosto 2024) – Pavel Durov, il fondatore e CEO di Telegram, è stato arrestato ieri sera, 24 agosto, all’aeroporto di Le Bourget, vicino a Parigi. Durov, 39 anni, stava viaggiando a bordo del suo jet privato proveniente dall’Azerbaigian, accompagnato da una guardia del corpo e da una donna. Secondo quanto riportato dal canale televisivo francese TF1, l’arresto è avvenuto intorno alle 20:00, quando le autorità francesi hanno eseguito un mandato di perquisizione emesso nell’ambito di un’indagine preliminare. Il fondatore di Telegram è accusato di complicità in attività criminali che includono traffico di droga, terrorismo, crimini pedopornografici e frodi, presunti avvenire attraverso la piattaforma di messaggistica.
di Davide Lettera
L’arresto è stato effettuato dai gendarmi della Gendarmeria dei Trasporti Aerei (GTA), in collaborazione con agenzie internazionali che avevano monitorato i movimenti di Durov per diverse settimane. Durante l’operazione, le autorità hanno sequestrato materiale informatico e documenti dal jet privato del CEO. Il mandato di arresto è stato emesso dalla magistratura francese dopo numerose denunce presentate da associazioni che rappresentano cittadini vittime di crimini commessi tramite Telegram. Le accuse si concentrano sulla presunta diffusione di contenuti illeciti e sulla mancata rimozione di canali utilizzati per attività criminali, tra cui la vendita di droga e la condivisione di materiale pedopornografico.
Durov potrebbe comparire davanti al giudice per le indagini preliminari nelle prossime ore, ma rimangono incertezze su come si evolverà la situazione. La difesa del fondatore di Telegram potrebbe contestare la legalità del mandato e delle perquisizioni, sostenendo l’infondatezza delle accuse e la mancanza di adeguata cooperazione internazionale come richiesto dalla legge. Il caso ha attirato l’attenzione anche del Ministero degli Esteri russo, che ha comunicato l’attivazione dell’ambasciata russa in Francia per chiarire la situazione del cittadino russo arrestato. Maria Zakharova, portavoce del ministero, ha espresso curiosità nel vedere se le organizzazioni per la libertà di espressione interverranno in difesa di Durov.
Il rapporto tra Durov e le autorità russe è stato storicamente teso, in particolare dopo che nel 2013 Durov si rifiutò di fornire al Servizio di sicurezza federale russo (FSB) i dati degli utenti ucraini della piattaforma VK durante le proteste contro l’allora presidente filorusso Viktor Yanukovych. Questo rifiuto portò al suo licenziamento e alla decisione di lasciare la Russia. Le tensioni con il Cremlino continuarono quando, nel 2018, il governo russo tentò di bloccare Telegram per il rifiuto di Durov di consegnare le chiavi di crittografia. Nonostante il blocco, Telegram è cresciuto fino a diventare una piattaforma utilizzata da 900 milioni di persone in tutto il mondo, offrendo un canale non censurato per la diffusione di informazioni, inclusi aggiornamenti sulla guerra in Ucraina.
L’arresto di Durov solleva questioni complesse riguardanti la regolamentazione dei contenuti online e la responsabilità delle piattaforme di messaggistica, con le autorità francesi che ora chiedono conto dell’assenza di moderazione sui contenuti diffusi tramite Telegram; tuttavia nasce fisiologicamente l’interrogativo secondo il quale non sia ben chiaro quale sia il confine tra diritto alla sorveglianza e operazioni di censura vera e propria.
Last modified: Agosto 28, 2024