LIVORNO – Il Natale è una celebrazione assolutamente cristiana poiché il 25 dicembre si festeggia a livello planetario la nascita di Cristo.
di Leonardo Miraglia
Eppure, per quanto questa ricorrenza sia così strettamente correlata alla religione cristiana esistono altri simboli universalmente conosciuti e riconosciuti come icone del Natale: Babbo Natale e l’albero di Natale che si affiancano al Presepe durante il periodo natalizio; ma queste due icone del Natale non hanno niente a che vedere con la religione, eppure se ne stanno lì, accanto alla mangiatoia vuota in attesa dell’avvento di Gesù Bambino, e nessuno ha niente da eccepire; per una volta sacro e profano si sovrappongono e si integrano alla perfezione,travalicando i confini che delimitano la religiosità dalla laicità e con una disarmante semplicità mettono tutti d’accordo, perché a Natale bisogna essere tutti più buoni e comprensivi.
E a Pasqua? A Pasqua che succede? Anche la festa della resurrezione di Cristo è assolutamente religiosa e cristiana, anche a Pasqua i credenti esultano per la ri-nascita del Redentore; come succede a Natale, anche a Pasqua le famiglie si riuniscono, si scambiano doni e mangiano tutti assieme quello che è un metapanettone declinato in varie forme a seconda del luogo di provenienza (almeno in Italia).
Ma a Pasqua non c’è nessuna tradizione laica che si affianca a quella cristiana della morte e resurrezione di Gesù Cristo; tutte le feste, tutte le manifestazioni evocano e rievocano eventi dove i simboli sono esclusivamente cristiani: la colomba, il crocifisso, l’angelo, ecc., ecc.
Ciò è comprensibile, perché, se a Natale la gioia è l’unico sentimento presente, a Pasqua l’esultanza gioiosa del giorno della resurrezione è preceduta dal dolore profondo del momento dellacrocifissione e della morte di Nostro Signore e perciò in questa occasione non c’è niente da ridere né da scherzare perché Gesùmuore e poi, solo poi, resuscita. Quindi, prima di giungere alla gioia della rinascita bisogna passare attraverso la sofferenza dolorosa che Gesù provò quando venne inchiodato alla croce e lasciato morire lì appeso.
Eppure, se ci affacciamo oltre i confini della nostra amata penisola dovremmo trovare altro, magari qualche festa legata alle tradizioni catare in Francia o a quelle norrene dei paesi scandinavi ma niente, anche qui tutte le tradizioni pasquali sono religiose e cristiane.
Per trovare qualcosa che non abbia il seppur minimo accenno alla religione bisogna spostarsi oltre oceano e anche oltre due oceani.
In America, i bambini partecipano alla caccia alle uova nascoste dal coniglietto pasquale, l’Easter Bunny. Il Lunedì di Pasqua, i turisti possono entrare nei giardini della Casa Bianca per far rotolare le uova lungo il prato, una tradizione iniziata dalla first lady Dolly Madison nel 1814. Le processioni sono comuni, come la vivace parata del Mardi Gras a New Orleans con spettacoli di strada e concerti all’aperto.
In Australia, il bilby sostituisce il coniglietto come simbolo delle celebrazioni pasquali. Questo roditore autoctono distrugge le colture ma è amato dai bambini perché distribuisce le uova di cioccolato.
In Giappone, la Pasqua è chiamata Hanami ed è una celebrazione della primavera che significa “ammirare i fiori”. Da aprile a metà maggio, i ciliegi giapponesi sbocciano con i loro bellissimi petali rosa.
In questi paesi è comprensibile che la matrice religiosa della Pasqua sia minoritaria, perché in realtà non è completamente assente. Negli USA, come in Australia, la miscela esplosiva delle varie razze che popolano queste terre ha fatto sì che il sincretismo partorisse tradizioni non propriamente religiose se non addirittura laiche; in Giappone la religione cristiana è praticamente inesistente e le celebrazioni del luogo sono legate alle tradizioni plurimillenarie del Paese del Sol Lavante.
Last modified: Aprile 10, 2023