LIVORNO (giovedì 6 giugno 2024) – Il decreto salva-casa, entrato in vigore il 30 maggio dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevede la sanatoria per abusi edilizi di piccola e media gravità, realizzati entro il 24 maggio di quest’anno. A Livorno, il Comune stima che tra le 3.000 e le 4.000 domande saranno presentate da proprietari di appartamenti e villette desiderosi di mettersi in regola.
di Francesco Catania
Michela Cadau, dirigente del settore edilizia privata, ritiene che non ci sarà una corsa alle domande, a meno che non si registri una ripresa del mercato immobiliare che spinga i proprietari a regolarizzare rapidamente le proprie situazioni per poter vendere.
Il decreto mira a fare chiarezza sulle difformità edilizie. Cadau spiega che le norme riguardano le illegittimità e gli abusi commessi nel tempo. La norma distingue tra tre tipi principali di difformità. La prima riguarda le tolleranze, ovvero piccole differenze rispetto al progetto originale che rientrano entro una certa percentuale. Ad esempio, un fabbricato realizzato con una superficie leggermente diversa da quella autorizzata, come 91 metri quadrati anziché 90, rientra nelle tolleranze. Questi casi non necessitano di sanatoria, ma richiedono solo l’asseverazione di un tecnico.
La seconda distinzione riguarda le opere realizzate in difformità da un permesso a costruire o da una Scia alternativa. Questi abusi sono considerati più gravi rispetto alle tolleranze. In passato, per ottenere la sanatoria, era necessario che l’intervento fosse conforme sia alle norme urbanistiche ed edilizie dell’epoca in cui fu commesso l’abuso, sia a quelle attuali. Con il nuovo decreto, invece, è sufficiente che l’opera sia conforme alle norme urbanistiche al momento della presentazione dell’istanza e a quelle edilizie in vigore quando fu realizzato l’abuso. Questo semplifica notevolmente il processo per abusi medi come le verande sui balconi, pratica comune in città
Cadau fornisce anche dati sui condoni passati: nel 1985, 1994 e 2004, a Livorno furono presentate complessivamente 44.000 istanze, di cui circa 26.000 nella prima tranche del 1985, con il 60% riguardante verande. La gestione attuale richiede ancora la verifica della doppia conformità per questi casi. Il regolamento urbanistico attuale sopravvive accanto a un piano operativo adottato, creando la necessità di verificare la conformità delle opere nelle diverse zone della città.
Infine, per gli abusi veri e propri, cioè opere realizzate senza alcun titolo, rimane in vigore la vecchia regola della doppia conformità. Questo significa che l’opera deve essere conforme sia alle norme in vigore al momento della sua realizzazione, sia a quelle attuali. Il nuovo decreto, quindi, rappresenta un passo importante verso la semplificazione e la regolarizzazione delle difformità edilizie, offrendo ai cittadini una via per mettere in regola le proprie abitazioni con maggiore facilità e meno burocrazia.
Last modified: Giugno 6, 2024