Il direttivo del circolo Legambiente di Livorno ritiene che il termovalorizzatore del Picchianti vada chiuso, tenendo conto dei costi necessari per rimetterlo in funzione con la qualifica di recupero energetico persa alcuni mesi fa. Resta il problema di una gestione corretta e sostenibile dei rifiuti prodotti dal territorio, che al momento è privo sia di impianti di riciclo che di impianti di recupero energetico.
di Rossana Rizzitelli
La gerarchia europea per la corretta gestione dei rifiuti offre una direzione chiara da intraprendere e percorrere nella sua interezza: prevenzione, riuso, riciclo, altro recupero, smaltimento in sicurezza secondo il principio di prossimità, perché più i rifiuti vengono trattati vicino al luogo di produzione e più il loro impatto ambientale sarà ridotto.
Per il recupero di materia ed energia delle frazioni secche, è utile minimizzare il ricorso a impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb), in quanto l’analisi dei dati Ispra mostra che in media solo l’1% dei materiali in uscita da detti impianti viene poi avviato a riciclo.
Preoccupa dunque l’attuale deficit di impianti di recupero energetico evoluti in grado di valorizzare i rifiuti non riciclabili meccanicamente.
Tag: impatto ambientale, Legambiente, Picchianti, Rifiuti, termovalorizzatore Last modified: Marzo 27, 2024