LIVORNO (martedì 16 aprile 2024) – Lo skipper Tommaso Stella (Ong Mediterranea) parlerà agli studenti del liceo Enriques sulle violazioni dei diritti dei migranti. La scuola risponde alle critiche della destra: “Non è accettabile mettere in dubbio la serietà e la professionalità del dirigente e degli insegnanti.”
di Francesco Catania
Le accuse della destra hanno sollevato il caso, ma gli studenti e diverse forze politiche, sindacali e associative hanno difeso l’iniziativa. Ora è il corpo docente del liceo Enriques a replicare agli attacchi per l’invito a Tommaso Stella, noto per aver forzato un blocco navale per soccorrere 40 naufraghi migranti. Lo skipper parlerà dei diritti violati dei migranti nell’incontro dal titolo “Difendere i diritti umani, non i confini”, parte del progetto 25 aprile. I docenti rispondono con fermezza alle accuse di parzialità politica e mancanza di contraddittorio. “Educare al riconoscimento dei diritti e al ripudio del razzismo non dovrebbe essere di parte ma un obiettivo universale”, affermano nella loro lettera.
La lettera dei docenti del liceo Enriques
L’attività in questione – un incontro di alcune classi quarte con Tommaso Stella, skipper che ha partecipato a operazioni di salvataggio di naufraghi migranti nel Mediterraneo – fa parte del Progetto 25 aprile, un complesso di interventi di educazione civica che intende promuovere in tutte la classi dell’istituto una riflessione sulle radici antifasciste della Repubblica italiana e sui principi fondamentali della nostra Costituzione. Nel corso di queste attività vengono affrontati temi storici (il razzismo fascista e la Shoah, la Resistenza e la nascita della Costituzione, la storia dell’Italia repubblicana) o questioni di attualità come le violenze sulle donne, le guerre del nostro tempo e le violazioni dei diritti umani dei migranti. È su quest’ultimo tema che s’incentrano l’incontro con Tommaso Stella e altre attività proposte alle classi quarte con l’obiettivo di approfondire la comprensione dell’art 2 della Costituzione (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo […] e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”), del ripudio di ogni forma di razzismo espresso dall’art. 3 e del valore del volontariato.
Gli esperti che partecipano a questi incontri – oltre a Stella, altri volontari con esperienze sul campo, specialisti di diritto internazionale come Alessandra Ballerini, avvocata di Giulio Regeni, autori di inchieste giornalistiche e fotoreporter – forniscono informazioni e testimonianze sulle violazioni dei diritti umani operate dai governi in molti paesi di provenienza dei migranti, sulla tragedia delle stragi nel Mediterraneo (28mila morti e dispersi nel decennio 2014-2024, secondo le stime di Save the Children riportate dal Sole 24 Ore), sulle violenze inflitte ai migranti nei campi di prigionia libici e in molte altre aree di transito, sulle inchieste giornalistiche dedicate alla questione, sui monitoraggi delle agenzie ONU, di Amnesty International e di altri centri di documentazione, sulle operazioni di salvataggio in mare coordinate e attuate dalle istituzioni statali e, infine, sulle attività umanitarie dei volontari e delle associazioni che soccorrono i migranti in difficoltà o in pericolo di morte. Il titolo che è stato dato a questi incontri, “Difendere i diritti umani, non i confini”, richiama quasi alla lettera le parole che papa Francesco, citando lo scrittore Elie Wiesel, pronunciò nel 2021 nel corso della sua visita al campo profughi dell’isola di Lesbo: «Quando le vite umane sono in pericolo, quando la dignità umana è in pericolo, i confini nazionali diventano irrilevanti».
Alla luce di quanto precisato, respingiamo come irricevibili le accuse di “parzialità politica” e di “assenza di contraddittorio” mosse all’incontro con Stella sulle violazioni dei diritti umani dei migranti, poiché riteniamo che il riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo, il ripudio del razzismo e il valore etico della solidarietà non siano appannaggio di alcuna parte politica, e siamo fermamente convinti che l’educazione al rispetto di questi principi sia un obiettivo pedagogico che dovrebbe essere universalmente riconosciuto come condivisibile. Consideriamo inoltre inaccettabile che, basandosi solo sulla lettura di una telegrafica comunicazione di servizio (una circolare scolastica che annunciava alle classi interessate l’avvio dell’attività), si sia arrivati a mettere in dubbio la serietà e la correttezza professionale di un Dirigente scolastico, al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà, e di una intera comunità di docenti che, conformemente alla Costituzione (art. 54), hanno sempre svolto la propria funzione “con disciplina e onore”. Ci appaiono, infine, del tutto illegittime le richieste di intervento da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che si configurano di fatto come un tentativo di limitare il principio costituzionale della libertà d’insegnamento sancito dall’art. 33 della Costituzione e ribadito dall’art. 1 del DLgs 297/1994 e dall’art 7 comma 2 del DLgs 165/2001. Compito istituzionale della scuola non è trasmettere la visione del mondo di questa o quella parte politica, ma, come recita il motto del nostro Liceo, “coltivare le intelligenze”, educare all’esercizio dello spirito critico e formare una sensibilità rispettosa delle ragioni dell’umanità e dei valori democratici della Costituzione.
Ricordiamo in chiusura che l’idea di dedicare un’attività didattica alle violazioni dei diritti umani dei migranti è emersa nel gennaio del 2019, quando la stampa ha divulgato la notizia del ritrovamento del corpo di un giovane cittadino del Mali di quattordici anni con la pagella scolastica cucita nella giacca. Da quel momento, in qualità di comunità educante, abbiamo sentito l’urgenza di far conoscere agli alunni e alle alunne della nostra scuola la tragedia di un loro coetaneo e di decine di migliaia di giovani uomini, giovani donne, madri, padri, bambine e bambini annegati nei nostri mari. Convinti che le ragioni dell’umanità siano superiori a ogni considerazione di parte, auspichiamo che anche chi ci ha attaccato possa infine comprendere e condividere le motivazioni etiche e pedagogiche che hanno spinto il Liceo Enriques a invitare studenti e studentesse al confronto con un uomo di mare, Tommaso Stella, che pochi mesi dopo il rinvenimento del corpo del giovane maliano ha sentito la necessità di adoperarsi per evitare che altre vite umane andassero incontro allo stesso destino.