Un uomo è stato condannato per aver costretto, nel 2016, un marinaio a gettarsi in mare dal peschereccio su cui stava lavorando abusivamente per evitare i controlli di una motovedetta della Capitaneria di Porto. L’uomo era anche accusato di aver costretto il marinaio perché rilasciasse una testimonianza mendace.
di Rossana Rizzitelli
Il giudice del Tribunale di Livorno nell’udienza del 18 marzo ha condannato l’imputato ad una pena di un anno e due mesi, da sospendere solo in caso di risarcimento.
L’imputato corrispondeva ad almeno 4 lavoratori extracomunitari, impiegati sul proprio peschereccio, retribuzioni non conformi al CCNL di riferimento e inferiori a quelle di altri lavoratori di nazionalità italiana impiegati nel medesimo peschereccio, violando la normativa per ferie, orario di lavoro, riposo settimanale.
Una vittoria per la Flai Cgil di Livorno, con l’allora segretario generale Michele Rossi, che si è costituita parte civile nel 2019, ritenendo che le condotte dell’imputato danneggiassero anche la stessa organizzazione sindacale, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei pescatori.
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