LIVORNO (venerdì 22 marzo 2024) – Al porto di Livorno si collaudano le navi autonome: imbarcazioni in grado di eseguire manovre e ormeggi senza comandante o equipaggio.
di Giorgia Pelagatti
Ieri, 21 marzo, si è svolto a Roma il convegno La digitalizzazione del settore marittimo: effetti sulla logistica del mare che ha confermato il coinvolgimento nazionale nello sviluppo delle navi autonome. Queste imbarcazioni fanno parte del progetto 5G Mass, ideato dal Centro nazionale interuniversitario delle telecomunicazioni (Cnit) con il supporto della Guardia Costiera.
L’interesse economico per le navi autonome è molto alto: il loro mercato è in costante crescita, e si stima arriverà a 8,2 miliardi di dollari nel 2030. Sono due i vantaggi derivanti dall’impiego di queste nuove imbarcazioni: affrontare le criticità derivanti dal cambiamento climatico e ridurre gli incidenti causati da errori umani. Le navi autonome, infatti, permetteranno di diminuire le permanenze in porto e di rendere le imbarcazioni operative già dal loro arrivo. Così facendo verranno ridotti sia i tempi morti, sia le emissioni in atmosfera.
È per questo che l’Organizzazione marittima internazionale e l’Unione Europea stanno cercando di eliminare gli ostacoli all’impiego di navi autonome per facilitare la digitalizzazione del settore marittimo. E in Italia Livorno sarà l’apripista per l’utilizzo di queste nuove tecnologie. L’idea sarebbe quella di partire dal porto labronico per poi estendere questi sistemi di automazione nell’intera nazione.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, sì, le intelligenze artificiali andranno a sostituire una professione umana. Tuttavia, l’ammiraglio ispettore capo Luigi Giardino sostiene che nasceranno nuovi impieghi a terra.
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