
CAPRAIA (martedì 2 aprile 2024) – Le tracce delle imbarcazioni romane si trovano a più di 100 metri di profondità a nord e a sud dell’isola toscana.
di Giorgia Pelagatti
È stato Andrea Bada a scoprire i due relitti, lo stesso esploratore che nel 2020 individuò i resti di una nave oneraria lunga più di venti vetri al largo della costa di Baratti, a Piombino. Per la recente scoperta, Bada ha seguito il consiglio dell’ex guardiano di Montecristo, Paolo Del Lama, e di suo figlio Federico: erano anni che i due sospettavano ci fosse qualche reperto nelle acque intorno a Capraia.
Andrea Bada e la sua squadra composta da sommozzatori e video operatori subacquei hanno iniziato le immersioni con la speranza di far riaffiorare qualcosa. L’abilità, la passione e la pazienza li hanno premiati perché ben presto si sono trovati di fronte i resti di due imbarcazioni romane. Ovviamente le navi in sé non sono più visibili, erose dai millenni trascorsi. È tuttavia possibile percepire la forma degli scafi grazie alle centinaia di anfore ancora intatte.
La prima nave è un’imbarcazione greco romana dalla forma rotonda e accorciata, risale a circa 3000 anni fa. La seconda è meno antica, datata 2000 anni fa, è più piccola e ha una forma più a guscio. Il riconoscimento dei reperti e la loro datazione sono stati curati dall’archeologo Alessandro Franco.
La scoperta è stata segnalata alla Soprintendenza archeologia di Pisa e Livorno.
Tag: Antichi romani, Archeologia, Capraia, Relitti, Scoperta archeologica Last modified: Aprile 2, 2024